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Avevamo lasciato Jonas molti anni fa, nella sua Praga, quando era poco più di un ragazzo e si era trovato con sua madre, dall’oggi al domani, a dover fare i conti con una realtà dura e segnata da una violenta diffidenza. Suo padre, un onesto ebreo borghese, era stato accusato di aver cospirato contro il regime comunista che dal 1949 teneva sotto scacco la Cecoslovacchia, andando incontro all’arresto. Nel Libraio di Praga, Jonas Fink è ormai un uomo, in pieni anni Sessanta, ma i ricordi dell’adolescenza non sono ancora lontani. Dopo oltre dieci anni di prigionia, i giorni di quel padre ingiustamente accusato sono giunti al termine, e Jonas, nel suo tempo libero dalla libreria in cui lavora, continua a tentare – invano – di riabilitarne la memoria. Questo è Jonas Fink, in cui Vittorio Giardino disegna la storia e immortala con ineguagliata maestria il silenzioso dolore e il desiderio di riscatto di una generazione cresciuta all’ombra della dittatura.